La sostituzione di denti persi con denti artificiali altrettanto affidabili è oggi possibile con gli impianti dentali osteointegrati.
L’implantologia è la tecnica odontoiatrica che permette di fare ciò.
Un impianto è semplicemente una vite in titanio puro che, inserita nell’osso in sostituzione delle radici dentali perse,diventa la nuova base sulla quale ricostruire i denti mancanti.
Con il termine di OSTEOINTEGRAZIONE si indica l’unione che avviene fra osso vitale e superficie in titanio puro dell’impianto.
Il chirurgo e ricercatore svedese Prof. P.I. Branemark fù il primo, già negli anni ’50, a dimostrare che l’unione fra l’osso e il titanio della vite è in grado di conferire un ancoraggio stabile e duraturo utilizzabile per supportare protesi dentali, facciali ed ortopediche.
Nel disegno a fianco vediamo la sezione di un dente artificiale costruito su di un impianto osteointegrato.
Dal 1965 migliaia di pazienti sono stati trattati con successo, prima in Svezia e successivamente nel resto del mondo.
Studi internazionali, basati sulla valutazione scientifica e rigorosa di oltre 12.000.000 di impianti posizionati in 350.000 pazienti seguiti per un periodo di oltre 25 anni, hanno fornito una percentuale media di successo per singolo impianto del 95%.
Il trattamento implantologico è diviso in tre fasi: le prime due chirurgiche, mentre la terza è solo protesica.
1° FASE CHIRURGICA
Viene generalmente eseguita ambulatorialmente ed in anestesia locale.
Consiste nell’inserimento di un adeguato numero di impianti nelle zone edentule (senza denti) delle ossa mascellari con la successiva sutura dei tessuti gengivali nella loro posizione originale in modo che gli impianti rimangano totalmente sommersi.
I punti di sutura vengono rimossi dopo 7-10 giorni e nel frattempo i pazienti portatori di protesi mobile non potranno usare la vecchia protesi che comunque dovrà essere modificata e ribasata dal dentista prima di essere nuovamente usata dopo l’intervento.
2° FASE CHIRURGICA
Terminata la prima fase chirurgica è necessario un periodo di guarigione di circa 4 mesi nella mandibola e di circa 6 mesi nel mascellare superiore.Tale periodo, in casi particolari(osteoporosi,innesti ossei, atrofie delle ossa mascellari), può essere anche più lungo (8-12 mesi).
Trascorso il periodo di guarigione, si passa alla seconda fase chirurgica, che consiste un piccolo intervento in anestesia locale, più rapido e meno traumatico del primo.
Gli impianti vengono scoperti e uniti ai pilastri protesici provvisori e viene accertata la loro stabilità;dopo di che i tessuti gengivali vengono suturati attorno ai pilastri protesici stessi.
I punti di sutura vengono rimossi dopo 7-10 giorni.
3° FASE PROTESICA
Dopo circa 15 giorni dalla rimozione dei punti della seconda fase chirurgica si possono prendere le prime impronte per iniziare a costruire le prime protesi.
Anche la fase protesica viene generalmente suddivisa in due tempi:
-Il primo in cui si posizionano delle protesi provvisorie che permettono di valutare i possibili risultati sia funzionali che estetici.
-Il secondo in cui vengono posizionate le protesi definitive.
La durata della fase protesica, può variare da un mese per i casi più semplici fino ad oltre un anno per i casi più complessi.
QUALI CASI SI POSSONO TRATTARE CON GLI IMPIANTI E QUALI SONO LE CURE ALTERNATIVE?
La perdita anche di un singolo dente, oltre ai danni immediati di carattere estetico e funzionale, comporta uno squilibrio a livello dell’apparato masticatorio con conseguente spostamento e malfunzione dei denti residui.
In questi casi la soluzione implantologia è da preferirsi in quanto da ottimi risultati estetici e funzionali
Le cure alternative sono:
Protesi mobile – I vantaggi sono un costo ridotto ed il mantenimento dell’integrità dei denti adiacenti.
Gli svantaggi sono uno scarso risultato estetico e l’ingombro di una protesi mobile poco giustificata per la sostituzione di un singolo dente.
Ponte adesivo – I vantaggi sono un buon risultato estetico ed il relativo mantenimento dell’integrità dei denti adiacenti che vengono leggermente limati con le frese.Gli svantaggi sono la relativa fragilità degli ancoraggi che ne limitano l’uso quasi esclusivamente come soluzioni provvisorie.
Ponte fisso – I vantaggi sono il buon risultato estetico e la semplicità di esecuzione. Lo svantaggio è rappresentato dalla necessità di rimpicciolire con le frese i denti adiacenti, sacrificandone così l’integrità.
Nel caso di perdita di più denti spesso le metodiche tradizionali permettono solo delle sostituzioni con protesi mobili.
Anche in questi casi con la soluzione implantologia si possono ottenere delle protesi fisse con ottimi risultati estetici e funzionali.
Le cure alternative sono:
Ponte fisso – Stessi vantaggi e svantaggi visti in precedenza. Nel caso di perdita di più denti questa soluzione non sempre è attuabile, in quanto spesso non è disponibile un elemento dentale posteriore a cui ancorare il ponte ed inoltre non sempre il numero di radici naturali e le condizioni di salute delle gengive sono sufficienti a garantire la durata nel tempo della protesi.
Scheletrati – Sono delle protesi parziali mobili ancorate, con ganci o attacchi, ai denti. I vantaggi sono rappresentati dal costo ridotto e dalla semplicità di esecuzione.
Gli svantaggi sono determinati dal trasferimento di ulteriori carichi ai denti naturali di ancoraggio, alle gengive e all’osso sottostante, accelerandone l’appiattimento.
Naturalmente essendo una protesi mobile è necessario tenere presente lo scarso risultato estetico e l’inevitabile problema di ingombro della protesi.
Nel caso di edentulia totale (perdita di tutti i denti), la sostituzione dei denti persi con protesi totali (dentiere tradizionali) è spesso poco accettata, a causa della scarsa stabilità delle stesse.
Anche in questi casi l’implantologia può essere di grande aiuto; si possono infatti utilizzare due o più impianti come ancoraggio delle dentiere ( Overdenture) o addirittura si possono utilizzare cinque o più impianti come supporto di una protesi fissa (Toronto).Il numero di impianti necessari e le soluzioni migliori vengono valutate per ogni singolo caso.
Le cure alternative:
Dentiere convenzionali – Oltre ai problemi di stabilità che si presentano soprattutto per l’arcata inferiore, queste protesi trasmettono tutto il carico masticatorio alle gengive e all’osso sottostante determinandone un lento ma inesorabile riassorbimento, da cui deriva un continuo peggioramento della stabilità della protesi ed una maggiore difficoltà nel prospettare un intervento con impianti .
Durante la seconda fase chirurgica quando gli impianti vengono uniti ai pilastri protesici provvisori, ogni impianto viene valutato radiograficamente e clinicamente per la sua stabilità.
Ogni impianto instabile o con segni radiografici di mancata osteointegrazione ( mancata unione con l’osso) viene immediatamente rimosso.
La piccola cavità ossea che rimane dopo il fallimento implantare (simile a quella di un’estrazione dentale) viene utilizzata immediatamente o a distanza di qualche settimana come nuovo sito per un nuovo e più largo impianto, in modo da aumentare le possibilità di integrazione.
La maggior parte dei fallimenti di ogni singolo impianto (4%) avvengono immediatamente ( seconda fase chirurgica) o dopo i primi mesi di funzione masticatoria, mentre i fallimenti tardivi sono estremamente rari (1%).
Ricordate che non esiste rigetto perché il titanio è completamente compatibile con l’osso umano, l’eventuale fallimento è da attribuirsi, come visto sopra, ad una non riuscita unione fra osso e superficie implantare; se vengono posizionati più impianti, il fallimento di una singola vite non pregiudica, nella maggior parte dei casi, il lavoro finale; se l’impianto era destinato ad un singolo elemento dentale questo può sempre essere ripetuto.
Le complicanze delle protesi supportate da impianti sono rare. Possono però verificarsi negli anni inconvenienti di carattere infiammatorio o meccanico.
2. Alcuni tipi di protesi vengono fissate agli impianti con delle viti. La prolungata funzione di queste piccole parti meccaniche può provocarne lo svitamento e talvolta delle fratture. In tal caso si deve immediatamente procedere alla sostituzione di questi elementi in modo da non creare danni diretti agli impianti. Quindi è molto importante che il paziente richieda subito una visita di controllo in caso di instabilità della protesi.
3. Le protesi definitive in pazienti totalmente privi di denti possono comportare modificazioni di carattere estetico, fonetico e funzionale.